Hikikomori:
fenomeno giovanile?

Esperienze

pressioneesistenziale Uomo di 42 anni crede di soffrire di depressione esistenziale da un anno e mezzo.
La sua è una storia travagliata caratterizzata da momenti altalenanti di ansia e depressione fin dai 15 anni. Dopo qualche anno ha avuto la prima manifestazione di malessere, sfociata poi in un angoscia psicosomatica: deliri, allucinazioni e paralisi.Anche il mondo della psichiatria di fronte a queste condizioni si trovò in difficoltà perché anche se presentavano sintomatologie di origine psichica rimanevano persone lucide. Tuttavia, pur di far luce su quella situazione, gli diagnosticarono erroneamente la schizofrenia. Riflettendo a posteriori sulla sua vita adolescenziale individua tra le motivazioni scatenanti la "non accettazione" estetica. A causa di ciò, già dai 16 anni, si era creato il suo mondo fantastico nel quale era il protagonista.
Dopo dieci anni di fantasia, a 26 anni, ha sperimentato le sue prime esperienze sessuali e relazioni amorose fallimentari proprio perchè negli anni passati ha idealizzato troppo.
Negli ultimi anni la sua condizione è peggiorata e il suo malessere sembra essere caratterizzato da due fasi:

  1. "Terrore" a cui si fa riferimento agli stati di ansia sia latente che manifesta, senso di paura sul futuro e sulla vita;
  2. "Orrore" che ha che vedere con la noia, l'inutilità, il senso di vuoto ed è senza dubbio quello a cui è meno abituato e il più duraturo;

I malesseri andavano e venivano e alla loro scomparsa riprendeva a vivere. Tuttavia, da 25 anni, viene seguito da psichiatri e psicoterapeuti e da 19 assume farmaci. Il soggetto in analisi è tutt'ora insicuro sulla sua condizione, questo perchè la linea che divide l'Hikikomori con la depressione esistenziale è un confine molto labile. Il soggetto riporta che in gioventù manifestava caratteristiche tipiche del fenomento.
Nonostante ciò, essendo una persona solare e laboriosa, alternava le situazioni "no" con momenti di gioia e spensieratezza, motivo per il quale non riesce ad identificarsi attualmente negli Hikikomori bensì come vittima della depressione esistenziale, da lui definita, come ben più terribile di quella tradizionale.


Donna di 30 anni che non sa se identificarsi come Hikikomori: le sembra di stare al confine tra le mille sfumature di questa condizione.
Ha un ragazzo e dai 21 anni ha vissuto con altre persone per allontanarsi dalla presenza soffocante dei genitori. Anche se inizialmente vivere con altri sembrava un'esigenza dettata da questioni economiche, col tempo, ha stretto rapporti amichevoli e veri ed è per questo che ritiene di non potersi collocare tra gli Hikikomori.
Allo stesso tempo, in questi periodi di apparente tranquillità, vi erano momenti (settimane, mesi o pure anni) in cui si isolava , il lavoro o le semplici attività quotidiane richiedevano una forza immane. Prendersi cura di sé e le relazioni sembravano attività nauseanti.
Anche se non è una situazione di continuità, nel passato ha già vissuto momenti a cui possiamo collegare il comportamento degli Hikikomori:

  1. Alle scuole superiori ha smesso di frequentare l'ultimo anno di scuola;
  2. Interruzione dell'università;
  3. Recente abbandono del suo corso quadriennale all'ultimo anno;

Si era allontana da amici e professori. Solamente una persona, che venuta a conoscenza da terzi della sua situazione, l'aveva supportata. Per evitare il contatto con i suoi coinquilini evitava di mangiare, non andava a lezione e trascorreva le giornate a dormire in camera.



solitudine Fred, anni 21 racconta della sua convivenza con la depressione. Da giovanissimo ha avuto inizio il suo isolamento: inizialmente sia Fred che i suoi genitori avevano preso con leggerezza questi comportamenti, definendoli come una manifestazione passeggera. In realtà la situazione diventò sempre più nociva.
Considerava " l'isolamento " come un'opportunità per ricostruire sé stesso, di essere migliore. Ogni volta che decideva di non andare a scuola veniva scosso da un senso di serenità, quando in realtà, nella sua vita di tutti i giorni si sentiva morto.
Le motivazioni erano molteplici: non solo la scuola era un elemento di disturbo ma anche la cattiva relazione con gli amici era un fattore rilevanti, ma la motivazione scatenante potremmo individuarla nella prima delusione d'amore a 16 anni. A 17 anni inizia una vera e propria terapia psicologica: fortunatamente la madre mostrò al figlio un articolo sugli Hikikomori e lui stesso si rese conto di avere molte di quelle caratteristiche.
Fred venne a conoscenza dell'Associazione Hikikomori Italia e questo lo fece sentire meno solo. Sapere ciò che hai: sapere che tutto ciò ha un nome ti dà la speranza ti poter ritornare alla tua vecchia vita. Rimane comunque una situazione critica, la mente si rafforza ma la depressione è un nemico che ti aspetta dietro l'angolo.
Il ragazzo si augura di poter condurre una vita serena in futuro e che nessun evento catastrofico possa vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi.